mercoledì 8 febbraio 2012

Margherita Oggero - Qualcosa da Tenere per Sé

Questo libro mi è stato regalato per natale da una cara amica, Valentina di Love Books (che ringrazio ancora una volta), che l'ha scelto perché la tipa in copertina mi assomiglia, un'ottima ragione per scegliere un libro :-D
Non conoscevo la scrittrice, Margherita Oggero, non sapevo neanche che avessero tratto una fiction con Veronica Pivetti (Provaci Ancora Prof, mai, vista) dai suoi romanzi con protagonista la professoressa Camilla, quindi mi sono buttata nella lettura senza pregiudizi o aspettative.

Qualcosa da Tenere per Sé è ambientato in una delle città italiane che preferisco, Torino, resa ancora più speciale e suggestiva dall'atmosfera euforica ed elettrica delle Olimpiadi Invernali del 2006, un'ambientazione che mi ha subito conquistata; per le strade gelide, eleganti e luccicanti di Torino si muove la professoressa Camilla, protagonista che non ha praticamente nessuna utilità se non quella di fare da filo conduttore tra gli altri personaggi: il commissario Gaetano Berardi, l'ispettore Amleto Vitello, la giovane e tosta Liuba e gli altri ragazzi della sottospecie di comune anarchica dove vive quest'ultima.
Liuba sta cercando il suo amico Quantunque, scemo ma buono, arrivato dal nulla e poi scomparso nel nulla, mentre i due poliziotti stanno indagando sul brutale omicidio della prostituta Flora; e poi c'è la prof Camilla che si impiccia beatamente di entrambi i casi, in qualità di nuova amica di Liuba e di ex-amante di Gaetano.

Solo dopo aver finito il libro ho scoperto che questa è la quarta avventura della prof. Camilla, ma non sono stata affatto penalizzata dal non aver letto le prime tre, i personaggi vengono introdotti gradualmente e inseriti nel loro contesto sociale e familiare; la scrittura è piacevole, la Oggero di volta in volta da voce ai pensieri e alle riflessioni dei vari attori in scena, che qualche volta si rivelano pungenti e sarcastiche, rendendo la lettura scorrevole e leggera.
La trama è semplice e lineare, senza colpi di scena e dal finale tutto sommato piuttosto prevedibile (non nel senso che è banale, ma non era certo nelle intenzioni della Oggero sorprendere o spiazzare il lettore con una rivelazione inaspettata o un colpo di scena). Ecco, il finale, l'anello debole del romanzo: a parte l'ovvia risoluzione del caso di omicidio, alla fine della vicenda i protagonisti riconquistano il loro equilibrio perduto, niente è sostanzialmente cambiato nelle loro vite. A me questa cosa non mi convince, mi riesce difficile pensare che si possa passare attraverso le cose della vita (specialmente quando queste comprendono alcuni omicidi) senza uscirne minimamente cambiati; mi pare più un espediente per ripristinare la situazione di partenza in previsione della nuova avventura della prof, un contentino per il lettore fidelizzato. Ragionandoci un po' mi sono resa conto che è il meccanismo classico delle fiction italiane, teoricamente serializzabili all'infinito, almeno fintanto che hanno successo o finché i protagonisti non si rompono le palle oppure defungono (vedi Casa Vianello).
Non è il capolavoro del decennio (neanche dell'anno probabilmente), ma rimane una lettura piacevole e leggera che mi ha tenuto buona compagnia durante il mio viaggio in Olanda.
Concludo dicendo che Torino, tutta febbrile, illuminata e vestita a festa per le Olimpiadi è la protagonista più irresistibile del romanzo.

P.S. Ma chi cavolo sarebbe la tizia (comunque figa) in copertina che mi assomiglia? Nel romanzo non ci sono brunette armate...

Titolo: Qualcosa da Tenere per Sé
Autore: Margherita Oggero
Casa Editrice: Mondadori, 2007
Collana: Oscar Best Sellers
273 pagine
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2 commenti:

Argonauta Xeno ha detto...

Magari sei proprio tu! ^^
A me è capitato di guardare qualche scena della fiction,di sfuggita, e mi è sembrata abbastanza vicina, nello spirito, alla tua descrizione del romanzo.

loveandbooks ha detto...

Specifica però che ti somiglia ma che non giri mica con la pistola! Insomma, nulla di effettivamente emozionante, ma lo stile della Oggero è sicuramente valevole, no?

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