venerdì 29 aprile 2011

Lewis Carroll - Alice Underground - con il manoscritto illustrato dall'autore

Alice Underground è la prima versione della celebre storia di Lewis Carroll, manoscritta e illustrata dall'autore stesso e che regalò ad Alice Pleasance Liddell, “un dono di Natale ad una cara bambina in ricordo di un giorno d'estate”.
In seguito a questa prima versione aggiunse nuovi personaggi ed episodi, la fece corredare con immagini realizzate da un illustratore professionista e la diede alle stampe nel 1865, come “Alice nel Paese delle Meraviglie”.

Nuovi Equilibri – Stampalternativa pubblica questa prima versione di Alice in un libretto della collana Fiabesca stampato con inchiostro marrone per la gioia di tutti gli appassionati di questa storia bellissima.
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martedì 26 aprile 2011

Abbie Hoffman - Ho Deriso il Potere

Abbie Hoffman è stato uno dei personaggi chiave del movimento hippie, l'uomo immagine della parte più politicizzata del movimento controculturale, da lui stesso ribattezzata Yippie!.
La sua strategia è sempre stata quella di parlare di politica utilizzando il linguaggio del teatro, l'ironia e la cultura popolare. Le sue battaglie erano contro il razzismo, la guerra, la disinformazione sulle droghe, la libertà di espressione, che sosteneva con trovate fantasiose, infantili e provocatorie.

Nel 1967 entrò insieme ad altri contestatori all'interno di Wall Street per gettare banconote da un dollaro sugli scambisti: per raccogliere i soldi mandarono in tilt la Borsa di New York. Per protestare contro la guerra in Vietnam radunò 50.000 persone intorno al Pentagono con l'intenzione di farlo levitare con la forza del pensiero.
Durante la convention dei democratici del 1968 organizzò un enorme raduno di contestatori, radunati a Lincoln Park, e candidando all'elezione un maiale volante di nome Pigasus. La protesta si concluse con una violenta repressione della polizia, centinaia di feriti e un grande processo con al centro Abbie Hoffman, che ne approfittò per trasformarlo in un circo del nonsense, una pernacchia al vertice del sistema. Naturalmente fu condannato, ma il processo ebbe il solo scopo di consacrarlo a personaggio mediatico.

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giovedì 21 aprile 2011

Clive Barker - Infernalia (i Libri di Sangue)

Infernalia è il primo di una serie di sei libri, “I Libri di Sangue” di Clive Barker, autore osannato come “il futuro dell'horror” e spesso accostato a Stephen King (anche se secondo me le differenze tra i due autori sono più delle somiglianze). Clive Barker è anche autore teatrale, sceneggiatore e regista di film come Hellraiser.

Infernalia è costituito da cinque racconti: il primo, "Il Libro di Sangue", è l'introduzione, il prologo agli altri racconti, dove viene spiegata la macabra origine delle storie: “un libro scritto col sangue e nel sangue dai viventi di ieri”.

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domenica 17 aprile 2011

Dee Dee Ramone, l'autobiografia - Blitzkrieg Punk - Sopravvivere ai Ramones

Finalmente sono riuscita a leggere l'autobiografia di Dee Dee Ramone in italiano, edita dalla Agenzia X.
Premesso che i Ramones sono probabilmente il mio gruppo preferito di sempre, ho letto questa autobiografia in meno di due giorni, sia per la curiosità, sia perché è breve, anche se non troppo scorrevole.

Innanzitutto devo constatare che il titolo non ha portato fortuna al povero Dee Dee, che è defunto di overdose nel 2002, il penultimo dei Ramones ad andarsene (Marky è ancora vivo e vegeto, l'ho visto dal vivo poco tempo fa).
Il libro dovrebbe parlare della vita di Dee Dee e dei Ramones: ma in realtà della band ne parla poco, in modo confusionario e senza risparmiare critiche di ogni tipo agli altri tre fratelli. Una continua lamentela su quanto fosse escluso e trattato male dagli altri, fino al momento dell'inevitabile uscita di Dee Dee dalla band. Gli errori cronologici sulla band abbondano, purtroppo i fans hanno una memoria più precisa della sua...
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lunedì 11 aprile 2011

La Notte del Drive-In 3 - La Gita per Turisti - Lansdale

Terzo capitolo della trilogia del Drive In di Joe R. Lansdale, questo “La Notte del Drive In 3” – La Gita per Turisti – mi è piaciuto meno dei primi due (recensione in questo post), ma rimane comunque un bel romanzo pieno di trovate fantascientifiche, scenari apocalittici e humour nel più classico stile Lansdale.

La storia riparte da dove il Drive In 2 finisce, e ritroviamo i personaggi (il narratore Jack, Steve, Grace e qualche nuovo acquisto) al Drive In ormai in avanzato stato di decadenza, dopo la scomparsa del mostruoso televisore umano Popalong Cassidy.
Ma i nostri ancora una volta si mettono in marcia, alla ricerca di qualcosa di meglio, per non soccombere al cannibalismo e alle strane cose che succedono al Drive In.
E così partono in un viaggio avventuroso a bordo di uno scuolabus galleggiante, finiscono nella pancia di un enorme pesce gatto, popolata da cannibali ancora più pericolosi e da misteriose ombre assassine.
Quando riescono ad uscire dal mostruoso pesce gatto elettrico finiscono in una foresta ancora più infestata di brutte sorprese e sinistri presagi di una fine imminente. Nel frattempo Jack si mette insieme a Reba, una dei nuovi personaggi, e diventa un po' meno sfigato (e anche un po' meno simpatico).

Il finale è stata la parte che ho trovato deludente: un finale a scatole cinesi, una soluzione filosofica e metafisica con echi di Asimov che ha a che fare con la creazione, il rapporto tra creatore e creature, quello tra uomo e macchine ed il senso della vita.
Insomma, se scrivi due libri e mezzo in chiave umoristica, fantascientifica e horror, non puoi concludere la trilogia con un finale metafisico!
Il terzo capitolo merita sicuramente di essere letto, fosse soltanto per concludere una vicenda iniziata e sviluppata ma non conclusa, che ci si aspetta si chiuda con il terzo, ma in realtà le risposte fornite sono parziali e sbrigative.

"Dio è solo la mente che fa gli straordinari."

"Da ragazzo avevo letto una storia buffa, e non mi ricordo il titolo né l'autore, ma ricordo una frase: - da qualche parte, un rospo scoreggiò in modo sinistro -."

La Notte del Drive-In 3
La Gita per Turisti
Einaudi - Stile Libero Noir, 2008

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venerdì 8 aprile 2011

la Ragazza che Giocava col Fuoco - Stieg Larsson

Secondo capitolo della Trilogia Milliennium di Stieg Larsson (recensione del primo, "Uomini che Odiano le Donne" in questo post).
Al centro delle vicende troviamo di nuovo Mikael Blomkvist, il giornalista d'assalto che svela misteri con la stessa abilità con cui conquista le donne.
Questa volta però Mikael è alle prese con un mistero che lo riguarda molto da vicino: deve trovare l'assassino di due suoi amici e colleghi della redazione di Millennium, che stavano per pubblicare un reportage molto scottante su un giro di prostituzione. E deve anche cercare di scagionare dall'accusa l'altra vecchia conoscenza, Lisbeth Salander, ragazza molto problematica e abilissima hacker.
Il mistero gira tutto intorno al passato drammatico e misterioso di Lisbeth, di cui si sa poco o nulla, soltanto che l'ha portata ad essere dichiarata giuridicamente incapace e ad essere messa sotto tutela. E questo passato doloroso si intreccia con l'indagine di Mikael “Kalle” Blomkvist, perchè tra Lisbeth ed il reportage dei due giornalisti ci sono alcuni anelli di congiunzione, criminali malvagi e spietati, naturalmente.

La parte migliore dei romanzi di Stieg Larsson è ancora una volta il personaggio di Lisbeth Salander, assolutamente inquientante ed affascinante allo stesso tempo. Anche l'ambientazione mi piace, ma del resto ho un debole per la Svezia. Tutto il resto traballa un pochino. Alcune parti sono lente, ma nel complesso l'azione e la suspense sono maggiori rispetto al primo capitolo, “Uomini che Odiano le Donne”. Nonostante questo preferisco il primo romanzo della triolgia, l'ho trovato più coinvolgente e meno scontato. Non che sia scontato il finale, ma è ovvio al lettore da subito che Lisbeth è innocente ed in qualche modo se la caverà.

La Ragazza che Giocava col Fuoco
Stieg Larsson
2008 - Marsilio

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lunedì 4 aprile 2011

No Irish, no Blacks, no Dogs - l'autobiografia di Johnny Rotten

Ancora non so di preciso perchè io abbia comprato questo libro. Anzi lo so, è perché mi piacciono tanto le autobiografie delle star del rock. Quello che non capisco è perchè lo abbia letto fino all'ultima pagina.
John Lydon, meglio conosciuto come Johnny Rotten, è stato il cantante dei Sex Pistols, e poi anche dei Public Image Limited. Non ho voglia di scrivere un piccolo trattato sul punk, e i Sex Pistols li conosce anche mia mamma, quindi diamo come assodato che sappiamo di chi stiamo parlando.

“No Irirsh, no blacks, no Dogs” è un discreto mattone dalla copertina giallo fosforescente, 350 pagine di cui almeno 200 abbastanza inutili. Certo è interessante conoscere la storia dei Sex Pistols finalmente da un punto di vista interno alla band, e sentirla raccontare dalla linguaccia tagliente e spelacchiata di Johnny Rotten. È anche abbastanza interessante conoscere la sua infanzia nei sobborghi di Londra, tra la meningite spinale, le risse da pub, risse da strada, risse da stadio.

Johnny Rotten non è uno scrittore, ok, ma qui si rasenta il delirio letterario, il caos narrativo, e vabbè che stiamo parlando dei sex Pistols, la band che del caos ne ha fatto una bandiera, ma c'è un limite a tutto.
Rotten va avanti, poi indietro, poi di nuovo avanti, in barba all'ordine cronologico, ripete le stesse cose quattro o cinque volte, salta di palo in frasca, e a volte non si capisce neanche quale sia il soggetto delle frasi (sarà colpa del vecchio Johnny o del traduttore?). Insomma, una buona metà del libro ripete le stesse cose dell'altra metà.
E proprio sul più bello, quando i Sex Pistols si sciolgono e Rotten fonda i fighissimi PiL, il libro finisce. E dei PiL non ne parla. Ma come??? Ecco perchè sono arrivata alla fine del libro, sperando di leggere qualcosa sui Public Image Limited, invece è soltanto un libro sui Sex Pistols...

Johnny Rotten non smentisce il suo personaggio e se la prende con tutti, tranne sua mamma. Sono tutti degli stronzi, da Malcom McLaren (e ok, su questo concordano tutti) ai Clash, a David Bowie e al 99% delle band dagli anni '70 in poi.
Però è questo che tutti si aspettano da Johnny Rotten, prendere o lasciare. E devo dire che spesso la sua ironia e i suoi modi diretti mi hanno strappato una risata.

“Ho sempre saputo di essere un bruttissimo stronzo”.

No Irish, no Blacks, no Dogs
Johnny Rotten
2007, Arcana

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